Carcere di Secondigliano, Diocesi di Napoli e Kimbo seminano ‘Un Chicco di Speranza’
Nella Casa Circondariale “P. Mandato” di Secondigliano è stato firmato il protocollo d’intesa per il progetto “Un Chicco di Speranza”, frutto della collaborazione tra Kimbo S.p.A., la Diocesi di Napoli, e l’Amministrazione Penitenziaria. Questo progetto ha l’obiettivo di favorire la rieducazione dei detenuti attraverso la formazione professionale e l’inserimento lavorativo, in linea con l’Art. 27 della Costituzione Italiana.
Il progetto prevede corsi di formazione per baristi professionali e tecnici manutentori delle macchine da caffè Kimbo, allestendo all’interno del carcere un magazzino per riparare e rigenerare tali macchine. Inoltre, con il coinvolgimento della Facoltà di Agraria dell‘Università Federico II, è in fase di studio la creazione di una piccola piantagione di caffè all’interno dell’istituto penitenziario, promuovendo la sostenibilità.
La firma del protocollo è stata possibile grazie all’intermediazione dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi di Napoli, guidato da Antonio Mattone, e ha coinvolto figure di rilievo come Giulia Russo, direttrice del carcere, Mario Rubino, presidente di Kimbo, e Patrizia Mirra, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli.
Durante la firma del protocollo d’intesa, Giulia Russo, direttrice della Casa Circondariale di Secondigliano, ha sottolineato l’importanza dell’educazione alla cittadinanza per i detenuti, che mira a trasformarli in cittadini attivi, responsabili e capaci di reintegrarsi positivamente nella società una volta terminata la pena.
Mario Rubino, presidente di Kimbo S.p.A., ha espresso la gratitudine dell’azienda verso Napoli e la sua comunità, sottolineando l’impegno della famiglia Rubino, che ha fondato Kimbo nel 1963 nel Rione Sanità. “Oggi sentiamo il dovere di restituire, nel nostro piccolo, a chi tanto ci ha dato”, ha affermato Rubino, auspicando che altri imprenditori seguano il suo esempio nel promuovere il benessere sociale e la sostenibilità.
In collegamento da Roma, Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha elogiato l’iniziativa come un esempio virtuoso di umanizzazione della pena, affermando che la rieducazione dei detenuti deve andare oltre la segregazione, passando attraverso la ricostruzione dei loro rapporti sociali. Ha poi aggiunto che la collaborazione tra Kimbo, la Diocesi di Napoli e la Casa Circondariale è un chiaro segnale di solidarietà e generosità partenopea, una dimostrazione di come imprese e Chiesa possano partecipare attivamente alla rieducazione, non lasciando il compito solo all’amministrazione penitenziaria.
Monsignor Domenico Battaglia, che ha firmato il protocollo per la Diocesi di Napoli, ha evidenziato come il progetto rappresenti un atto di giustizia e solidarietà, non solo un’azione caritatevole. L’iniziativa mira a creare un ambiente di supporto e reinserimento sociale, aiutando i detenuti a costruire un futuro migliore attraverso opportunità di lavoro e formazione professionale.
I corsi di formazione inizieranno a ottobre 2024, con l’obiettivo di stimolare nei detenuti un percorso di crescita personale e professionale.
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